Alba di scontri a Hong Kong, dove l’evacuazione pacifica del Politecnico è fallita. La polizia è entrata nell’università lanciando lacrimogeni.
HONG KONG – Le proteste a Hong Kong non si placano. Sull’ex protettorato britannico, all’alba locale, la polizia ha deciso di fare irruzione al Politecnico, occupato da diversi giorni.
Politecnico, niente evacuazione pacifica
Dopo una notte di schermaglie, con i dissidenti pro democrazia che hanno appiccato le fiamme per difendere le proprie posizioni, gli agenti hanno minacciato l’uso delle armi. Poi, tramite il rettore del Politecnico, hanno fatto sapere che chi si fosse consegnato sarebbe stato giudicato secondo la legge. Quando però i manifestanti hanno tentato di uscire dal campus, gli agenti li hanno fermati con i lacrimogeni per timore che sfuggissero agli arresti. Molti sono rientrati. Altri si sono diretti in centro, dove si è aperto un altro fronte di protesta.
Manifestazioni e blocchi a Nathan Road
Diverse decine di manifestanti vestiti di nero e con mascherina sono tornati a bloccare Nathan Road all’altezza del Mira Mall. I negozi sulla Park Lane e le aree limitrofe, secondo i media locali, restano chiusi. Il blitz su Nathan Road è scattato malgrado l’invito ad allontanarsi da parte della polizia locale.
La decisione dell’Alta Corte di Hong Kong sulle maschere
Nel frattempo, l’Alta Corte di Hong Kong ha dichiarato l’incostituzionalità del divieto dell’uso delle maschere introdotto lo scorso mese dalla governatrice Carrie Lam facendo leva sulla legislazione di emergenza, una norma che aveva suscitato violentissime polemiche. La sentenza dell’Alta Corte, riferisce il network pubblico Rthk, stabilisce la “incompatibilità con la Basic Law“, la Costituzione locale, ed è maturata a seguito del ricorso promosso da 24 parlamentari pan-democratici.